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Fatto!

FAQ

A. CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI DI FISSAGGIO

  • A.1. COSA SI INTENDE PER SISTEMA DI FISSAGGIO?

    Con il termine SISTEMA di FISSAGGIO si indica la modalità attraverso la quale un elemento viene fissato ad una struttura portante definita SUPPORTO.

    La conoscenza precisa del supporto è di primaria importanza in quanto le diverse caratteristiche dei materiali influenzano la scelta del sistema di fissaggio più idoneo.

    I sistemi di fissaggio possono essere classificati in base al tipo di installazione: possono essere annegati nel getto oppure post-installati.

    In questo secondo caso possiamo avere ulteriori due tipologie: sistemi con foratura (ANCORANTI) e sistemi di fissaggio diretto (chiodi a sparo).

  • A.2. COME SI CLASSIFICANO I SISTEMI DI FISSAGGIO CON FORATURA?

    La classificazione dei sistemi di fissaggio con foratura viene fatta in base al modo con cui il carico viene trasferito dall'ancorante al supporto:

    • con interbloccaggio meccanico (sottosquadro fig. 1 , 2 , 3)
    • per attrito (ad espansione fig. 4 , 5)
    • per adesione ( fig. 6)

    Gli ancoranti metallici e plastici possono funzionare sia per interbloccaggio meccanico sia per attrito.

    Gli ancoranti chimici funzionano per adesione alle pareti del foro nei supporti pieni e per interbloccaggio meccanico nei supporti forati.

  • A.3. COME FUNZIONANO GLI ANCORANTI SOTTOSQUADRO?

    Nel funzionamento SOTTOSQUADRO il trasferimento del carico avviene grazie alla geometria dell’ancorante, che durante l’installazione si allarga oltre la dimensione del foro in modo da «agganciarsi» al supporto.

    È il tipico funzionamento degli ancoranti per supporti che presentano vuoti all’interno (in questo caso l'ancorante sfrutta le cavità proprie del supporto) oppure delle viti autofilettanti per calcestruzzo.

  • A.4. COME FUNZIONANO GLI ANCORANTI AD ESPANSIONE?

    Nel funzionamento per ATTRITO il trasferimento del carico avviene mediante la forza di attrito sviluppata da un componente dell’ancorante che viene espanso durante l’installazione in modo da premere contro le pareti del foro (ad es. la fascetta di gran parte degli ancoranti a controllo di coppia oppure il guscio cilindrico per gli ancoranti a controllo di deformazione).

  • A.5. COME FUNZIONANO GLI ANCORANTI PER ADESIONE?

    Nel funzionamento per ADESIONE il trasferimento del carico avviene per incollaggio di un perno che si fissa al supporto per mezzo di un adesivo chimico.

    L'adesivo, in genere una resina, aderisce all’ancorante da una parte e alle pareti del foro dall’altra, trasmettendo le forze per mezzo di micro inchiavettamenti.

    Per l’efficienza del sistema l’ancorante presenta una superficie opportunamente scabra (ad es. una barra filettata) ed il foro viene accuratamente pulito per permettere alla resina di penetrare nei micro crateri che si formano nella parete del foro durante le operazioni di foratura.

  • A.6. COS’È UN ANCORANTE CHIMICO AD INIEZIONE?

    Un ancorante chimico ad iniezione è un sistema bicomponente sviluppato per ancorare barre filettate, perni e ferri di ripresa post installati.

    All’interno di ogni cartuccia sono contenuti i due componenti, RESINA e CATALIZZATORE, separati tra loro che vengono miscelati durante l’estrusione al momento del passaggio all’interno del beccuccio miscelatore.

  • A.7. QUALI SONO LE TEMPISTICHE CHE INFLUENZANO UN FISSAGGIO CHIMICO?

    Per la realizzazione dei fissaggi chimici è necessario rispettare due tempistiche:

    GEL TIME o tempo aperto o di indurimento, è il tempo in cui la resina indurisce e per cui corrisponde al tempo massimo che l’operatore ha per eseguire l’installazione;
    CURING TIME o tempo di applicazione del carico, è il tempo necessario alla completa reticolazione della resina per poter poi applicare il carico finale.

  • A.8. VITERIE: QUALI SONO GLI ELEMENTI CARATTERISTICI DI UN FILETTO?

    Gli elementi che caratterizzano ogni filetto sono i seguenti:

  • A.9. COME SONO DEFINITE LE CARATTERISTICHE MECCANICHE DI VITI E BARRE FILETTATE?

    Le caratteristiche meccaniche di viti e barre filettate si indicano con sigle come ad es. 8.8, che indica la CLASSE DI RESISTENZA.
    Questa nomenclatura è regolata dalla norma ISO 898-1.

    Nel caso ad esempio della classe 5.8, il 5 significa che la rottura avviene ad una sollecitazione pari a 500 N/mm², mentre l’8 indica che lo snervamento avviene all’80% del valore di rottura, per cui a 400 N/mm².

    La classe di resistenza dipende da:

    • Caratteristiche meccaniche e chimiche della materia prima
    • Tipologia di lavorazione meccanica
    • Trattamento termico

B. SCELTA DEI SISTEMI DI FISSAGGIO E MODALITÀ DI INSTALLAZIONE

  • B.1. QUALI SONO LE MODALITÀ DI INSTALLAZIONE DEGLI ANCORANTI?

    Gli ancoranti possono fissare l'elemento al supporto con le seguenti modalità:

    • Ancorante non passante (fig.8): l’ancorante viene posizionato nel foro, successivamente viene posizionato l'elemento e si fissa lo stesso con l’inserimento di una vite. Tipicamente il foro passante nell'elemento è minore del foro nel supporto.
    • Ancorante passante (fig.9): l’ancorante viene inserito attraverso l’elemento da fissare. Il foro nell'elemento è maggiore o uguale al foro nel supporto. L'elemento da fissare, se già forato, viene utilizzato come sagoma per la foratura del supporto, oppure viene forato contemporaneamente al supporto.
    • Fissaggio distanziato (fig.10): l’elemento da fissare è distanziato dal supporto. In questo caso si utilizza un ancorante con la parte filettata prolungata e l’elemento viene bloccato con dado e controdado. La parte di ancorante che sporge dalla parete sarà soggetta a sforzi, oltre che di taglio, di flessione (ancoraggio con braccio di leva).
  • B.2. COSA SIGNIFICA ANCORANTE NON PASSANTE?

    L’ancorante NON PASSANTE va inserito prima di posizionare l’oggetto da fissare, in quanto non lo attraversa.

    Le fasi di installazione sono maggiori rispetto all’ancorante PASSANTE e prevedono:


    1. Tracciatura dei fori
    2. Foratura e pulizia fori
    3. Inserimento del tassello nel foro (senza vite)
    4. Posizionamento dell’oggetto da fissare
    5. Serraggio definitivo

    Queste sono tutte le fasi di montaggio con un fissaggio NON PASSANTE:

  • B.3. COSA SIGNIFICA ANCORANTE PASSANTE?

    L’ancorante PASSANTE va inserito attraverso l’oggetto da fissare.

    Le fasi di installazione sono molto veloci rispetto all’ancorante NON PASSANTE e prevedono:

    1. Foratura e pulizia del supporto attraverso l’oggetto da fissare
    2. Inserimento del tassello completo attraverso l’oggetto da fissare
    3. Serraggio definitivo

    Queste sono tutte le fasi di montaggio con un fissaggio PASSANTE:

  • B.4. QUALI ANCORANTI USARE SU SUPPORTO IN MATTONE PIENO?

    Il mattone pieno è il più antico elemento modulare “industriale” per la costruzione degli edifici.

    Vengono classificati come mattone pieno tutti i blocchi in laterizio con percentuale di vuoti inferiore al 15%.

    La resistenza a compressione è variabile, viene determinata secondo la norma EN 772-1 dove sono considerati valori compresi fra 10 e 80 N/mm2 (usualmente la resistenza è compresa fra 20 e 40 N/mm2).

    Questo materiale è adatto all’installazione di ancoranti metallici essendo la resistenza a compressione abbastanza alta.

    Si deve tenere conto che comunque nella muratura è presente la discontinuità dovuta alla giunzione degli elementi, per cui la resistenza del fissaggio dipende anche dal tipo di malta utilizzato e dalla posizione dei fori rispetto alle linee di giunzione.

  • B.5. QUALI ANCORANTI USARE SU SUPPORTO IN MATTONE SEMIPIENO?

    Il mattone è classificato semipieno quando ha una percentuale di vuoti compresa fra il 15% e il 45% della superficie trasversale.

    I fori vengono tenuti sempre ortogonali al piano di posa.

    Con questi elementi si realizzano murature portanti o tamponamenti.

    Vengono realizzati anche con materiale alleggerito poroso per migliorare le caratteristiche di isolamento termico e acustico.

    La maggiore presenza di vuoti non consente la realizzazione di ancoraggi importanti anche se il materiale presenta una buona resistenza alla compressione.

    Soprattutto è più difficile assorbire le forze di espansione degli ancoranti metallici ad espansione.

    Per questo sono preferibili gli ancoranti chimici che permettono di distribuire lo sforzo su tutte le costolature interne interessate.

    Non ci sono controindicazioni per ancoranti plastici.

  • B.6. QUALI ANCORANTI USARE SU SUPPORTO IN PIETRA NATURALE?

    La pietra naturale è un materiale che si ritrova più facilmente nelle costruzioni più datate e può essere considerato, nonostante sia per sua natura variabile, un buon materiale da costruzione.

    Attualmente viene utilizzato per rivestimenti di facciata o pavimentazioni e più raramente come materiale portante.

    Se il materiale è compatto si riescono ad ottenere ancoraggi con una buona resistenza purché si abbia l’accortezza di realizzare il foro nella massa piena degli elementi evitando le linee di congiunzione.

    Materiali porosi quali il tufo non permettono di realizzare ancoraggi importanti.

    In questo caso evitare l’utilizzo di ancoranti metallici ad espansione, preferire gli ancoranti plastici o chimici.

    I blocchi in pietra sono regolati dalla norma EN 771-6.

  • B.7. QUALI ANCORANTI USARE SU SUPPORTO IN CALCESTRUZZO?

    Il CALCESTRUZZO è un supporto particolare in quanto ha buone caratteristiche meccaniche ed è caratterizzato dalla particolarità che in alcune zone ben definite della struttura può presentare microfessurazioni, dovute ad es. allo stato tensionale locale (infatti nel cemento armato si utilizza l’armatura metallica per far fronte alla sollecitazione di trazione che non è sopportata dal calcestruzzo).

    Per questo motivo esistono ancoranti testati e certificati solo su cls non fessurato ed altri che invece lo sono anche su cls fessurato.

    Calcestruzzo non fessurato
    (ad es. un elemento sottoposto a compressione)

    Calcestruzzo fessurato
    (ad es. un elemento sottoposto a flessione)

  • B.8. COME SELEZIONARE L’ANCORANTE IDONEO IN BASE AI CARICHI IN GIOCO?

    I CARICHI che l’ancorante dovrà portare possono essere di diversa entità e tipologia: infatti possiamo avere sollecitazioni molto elevate (fissaggi pesanti, strutturali, …) o al contrario basse, inoltre possono essere solo di tipo statico e quasi statico oppure anche dinamico (sisma, urto, carico ciclico tipico ad es. di macchine industriali, …). L’individuazione dell’ancorante più idoneo quindi passa per un’attenta analisi dei carichi e il successivo confronto con le schede tecniche o la verifica mediante i programmi di calcolo.

  • B.9. COME SELEZIONARE L’ANCORANTE IDONEO IN BASE ALLE GEOMETRIE IN GIOCO?

    Il comportamento degli ancoranti non dipende solo dalle caratteristiche meccaniche del supporto, ma anche dalle GEOMETRIE in gioco. Infatti l’installazione di un oggetto fissato con più di un ancorante può generare un "effetto di gruppo" a causa della vicinanza tra i fissaggi tale da penalizzarne la performance; analogamente può avvenire se uno o più ancoranti sono posizionati molto vicini al bordo del supporto.

  • B.10. QUANDO UN ANCORANTE RIESCE A SVILUPPARE IL SUO MASSIMO CARICO?

    Quando si installa sul calcestruzzo, il supporto è in grado di assorbire la massima sollecitazione che può portare il fissaggio quando questo è installato a una distanza dai bordi maggiore o uguale alla distanza caratteristica Ccr e quando, nel caso di più ancoranti, il loro interasse sia maggiore o uguale al valore caratteristico Scr.

    Ccr ed Scr sono valori che variano da un ancorante all’altro e sono riportati nella documentazione tecnica relativa. Ogni ancorante genera nel supporto un CONO di trasmissione della sollecitazione, in questo caso abbiamo che ogni ancorante riesce a svilupparlo per intero senza interferenze con altri coni o con i bordi del supporto.

    C ≥ Ccr
    S ≥ Sc

  • B.11. LA DISTANZA DAL BORDO DEL SUPPORTO INFLUISCE SULLA RESISTENZA DELL’ANCORANTE?

    Quando uno o più ancoranti sono posizionati vicino al BORDO del calcestruzzo, a seconda della distanza C da questo, possono esserci tre casi:

    • La distanza è maggiore della distanza caratteristica Ccr, allora la resistenza sviluppata sarà la massima possibile per quell’ancorante (il cono della sollecitazione è completamente contenuto nel supporto);
    • La distanza è compresa tra il valore caratteristico Ccr ed il valore minimo Cmin, allora la resistenza sarà inferiore della massima sviluppabile e va ridotta per il caso specifico (parte del cono della sollecitazione esce dal supporto);
    • La distanza è inferiore al valore minimo Cmin, in questo caso l’ancorante non è idoneo all’applicazione (una parte eccessiva del cono della sollecitazione esce dal supporto).

    I valori di Ccr e Cmin dipendono dall’ancorante e sono riportati nella documentazione tecnica relativa.

    Cmin < C < Ccr riduzione resistenza
    C < Cmin ancorante non idoneo

  • B.12. L’INTERASSE TRA GLI ANCORANTI INFLUENZA LA RESISTENZA COMPLESSIVA DEL FISSAGGIO?

    Quando due o più ancoranti sono posizionati VICINI, a seconda del loro interasse S possono esserci tre casi:

    • L’interasse è maggiore dell’interasse caratteristico Scr, allora la resistenza sviluppata sarà la massima possibile per gli ancoranti (i coni della sollecitazione non interferiscono tra loro);
    • L’interasse è compreso tra il valore caratteristico Scr e il valore minimo Smin, allora la resistenza di ogni ancorante sarà inferiore della massima sviluppabile e va ridotta per il caso specifico (parte dei coni interferiscono tra loro);
    • L’interasse è inferiore al valore minimo Smin, in questo caso gli ancoranti non sono idonei all’applicazione (una parte eccessiva dei coni è in sovrapposizione).

    I valori di Scr e Smin dipendono dall’ancorante e sono riportati nella documentazione tecnica relativa.

    Smin < S < Scr riduzione resistenza
    S < Smin ancoranti non idonei

  • B.13. LO SPESSORE DEL SUPPORTO INCIDE SULLA SCELTA DELL’ANCORANTE?

    Il supporto deve sempre avere uno spessore minimo Hmin, caratteristico di ogni ancorante e riportato sulla documentazione tecnica relativa, che non dipende solo dal fatto che l’intera lunghezza del fissaggio dev’essere contenuta in esso, ma anche da un fattore meccanico per cui va evitato che il supporto si spacchi sotto la sollecitazione esercitata dall’ancorante.

    H < Hmin ancorante non idoneo

  • B.14. LA PROFONDITÀ DI INSTALLAZIONE INFLUISCE SULLA RESISTENZA DELL’ANCORANTE?

    Se l’affondamento dell’ancorante nel supporto è insufficiente, ossia non corrisponde al valore h nom previsto sulla documentazione tecnica, la sua resistenza sarà inferiore al valore nominale atteso. Nel caso di un ancorante passante può succedere se si va a fissare una piastra di spessore maggiore dello spessore max fissabile dell’ancorante.

    h < hnom installazione errata

  • B.15. LE CONDIZIONI AMBIENTALI POSSONO AVERE UN’INFLUENZA SUL COMPORTAMENTO DELL’ANCORANTE?

    I materiali di cui sono fatti i fissaggi, in particolare i metalli, possono essere soggetti a graduale degradazione a causa di reazioni chimiche/elettrochimiche con l’ambiente.

    Il caso più comune è la reazione con un agente ossidante (es. ossigeno, zolfo) in cui si genera ruggine. Si tratta quindi del fenomeno della CORROSIONE.

  • B.16. QUALI SONO I METODI ADOTTATI PER CONTRASTARE IL PROBLEMA DELLA CORROSIONE DEGLI ANCORANTI?

    La corrosione nel tempo può influenzare il funzionamento del fissaggio portandolo anche al cedimento. La protezione degli ancoranti può essere attuata in diverse maniere attraverso:

    • RIVESTIMENTI PROTETTIVI (ZINCATURE)
      • ZINCATURA GALVANICA: processo a freddo, elettrolitico che prevede un deposito di spessore che può andare da 5 a 25 µm
      • ZINCATURA A FUOCO: processo per immersione in zinco fuso a 450°C che prevede un deposito di spessore minimo pari a 45 µm
    • SCELTA DEL MATERIALE
      • ACCIAIO INOSSIDABILE: il fissaggio in acciaio inossidabile resiste alla corrosione senza necessità di un rivestimento protettivo. L’acciaio del fissaggio può avere diverse classi A2, A4, A5, HCR
  • B.17. ESISTONO FISSAGGI RESISTENTI ALL’AZIONE DEL FUOCO?

    La resistenza al fuoco degli elementi costruttivi è sempre più richiesta in diversi settori:

    • Impiantistica (elettrico, termosanitario, oil&gas, …);
    • Applicazioni critiche per la sicurezza (controsoffitti, …);
    • Sistemi antincendio;

    Per quanto riguarda i fissaggi, esistono diversi livelli di resistenza al fuoco, e quelli metallici sono i più performanti:

    • Sempre più frequentemente gli ancoranti sono accompagnati da certificazioni per applicazioni in caso di incendio;
    • La resistenza al fuoco può essere valutata da test di laboratorio o mediante calcoli, nel primo caso si avrà dei valori di resistenza più elevati e rispondenti al reale comportamento dell’ancorante, nel secondo caso si avrà dei valori più conservativi;
    • Molti ancoranti metallici hanno i valori di resistenza al fuoco inclusi nella certificazione ETA.
  • B.18. COME SI INSTALLA UN ANCORANTE?

    L’installazione di un ancorante può essere di diversa tipologia in base al tipo di fissaggio e di supporto, può richiedere solo qualche passaggio oppure più fasi o anche appositi strumenti. Tra queste fasi ce ne sono tre particolarmente delicate, che se eseguite non correttamente possono compromettere la buona riuscita del lavoro:

    • FORATURA DEL SUPPORTO
    • PULIZIA DEL FORO
    • APPLICAZIONE COPPIA DI SERRAGGIO
  • B.19. COME SI ESEGUE LA FORATURA DEL SUPPORTO?

    Il supporto deve essere forato con il metodo più appropriato, onde evitare danni che possono compromettere la riuscita del fissaggio:

    ROTAZIONE (Blocchi forati)

    ROTOPERCUSSIONE (Supporti compatti)

    CAROTATURA (Calcestruzzo)

    Va fatta attenzione alla perpendicolarità del foro e va verificata la presenza di eventuali armature.

  • B.20. COME ESEGUIRE CORRETTAMENTE LA PULIZIA DEL FORO?

    In base alla tipologia di ancorante ed alla tipologia e caratteristiche del supporto possono essere richiesti livelli diversi di pulizia del foro.

    • Per la corretta posa di un fissaggio può essere necessario il MASSIMO LIVELLO DI PULIZIA DEL FORO, che può prevedere diverse soffiature con aria compressa e pulizia con scovolino (è il caso di alcuni fissaggi con resina in calcestruzzo per barre di elevato diametro).
    • Oppure COMPLETA ASSENZA DI PULIZIA DEL FORO, (ad es. per alcuni fissaggi su mattoni forati).

    Qui di seguito alcuni esempi tratti da schede tecniche di diversi prodotti:

  • B.21. A QUALI TIPOLOGIE DI ANCORANTI SI DEVE APPLICARE LA COPPIA DI SERRAGGIO?

    C’è una categoria di ancoranti per la quale al termine dell’installazione si deve applicare la COPPIA DI SERRAGGIO: si tratta degli ancoranti ad espansione a controllo di coppia. Questa fase fa sì che il fissaggio generi la forza di attrito necessaria a sviluppare la sua resistenza, mediante l’espansione di un componente all’interno del foro. La coppia di serraggio va applicata con una chiave dinamometrica.

    Ci sono poi altre tipologie di ancoranti per i quali non va superata una determinata coppia massima durante i serraggio, per evitare il loro danneggiamento (ad es. fissaggi chimici o viti per calcestruzzo).

    In tutti questi casi la coppia di riferimento è sempre indicata nella relativa documentazione tecnica.

  • B.22. COME VARIANO LE TEMPISTICHE DI INSTALLAZIONE DI UN ANCORANTE CHIMICO CON LA TEMPERATURA AMBIENTALE?

    Al variare della temperatura ambiente, e quindi del supporto, variano i tempi di lavorazione e di applicazione del carico delle resine: maggiore è la TEMPERATURA e più ridotte saranno le tempistiche. Solitamente i fissaggi chimici da questo punto di vista si suddividono in due gruppi ben distinti: un primo gruppo costituito dalle resine poliestere, vinilestere ed ibride, caratterizzato da tempistiche simili e piuttosto ridotte, ed un secondo gruppo costituito dagli epossidici puri, che presentano tempi di indurimento e di applicazione del carico decisamente maggiori.

  • B.23. COME SI INSTALLA UN ANCORANTE CHIMICO SU SUPPORTO PIENO?

    Le fasi di installazione di un ancorante chimico sono leggermente diverse se si tratta di supporto pieno o supporto forato. Qui di seguito vediamo la procedura nel caso di supporto pieno:

    • Foratura
    • Pulizia
    • Miscelazione
    • Estrusione
    • Inserimento barra
    • Verifica e applicazione carico dopo curing time
  • B.24. COME SI INSTALLA UN ANCORANTE CHIMICO SU SUPPORTO FORATO?

    Le fasi di installazione di un ancorante chimico sono leggermente diverse se si tratta di supporto pieno o supporto forato. Qui di seguito vediamo la procedura nel caso di supporto forato:

    • Foratura
    • Pulizia
    • Inserimento bussola retinata
    • Miscelazione
    • Estrusione
    • Inserimento barra
    • Verifica e applicazione carico dopo curing time
  • B.25. QUAL È L’INFLUENZA DELLA PULIZIA DEL FORO SU UN ANCORAGGIO CHIMICO?

    Per un ancorante chimico la pulizia del foro è di fondamentale importanza: qui di seguito i risultati di alcuni test eseguiti nel LABORATORIO FRIULSIDER dove si vede come passando da installazioni con pulizia completa ad installazioni con pulizia sommaria i carichi ottenuti alle prove di estrazione siano dimezzati:

  • B.26. QUANDO SCADE UNA RESINA?

    Il PERIODO DI VALIDITÀ di una resina dipende da:

    • Tipo di resina
    • Tipo di cartuccia

    Per i prodotti FRIULSIDER, le resine ibride e vinilestere hanno durata 18 mesi se in cartuccia coassiale da 420 ml, 12 mesi se in cartuccia foiltube da 300 ml (con sacchetto interno), mentre l’epossidica pura in cartuccia shuttle da 585 ml o 440 ml ha durata 24 mesi.

    Ogni cartuccia riporta chiaramente:

    • Lotto di produzione
    • Data di scadenza

C. DOCUMENTAZIONE TECNICA

  • C.1. QUALI SONO I DOCUMENTI TECNICI CHE ACCOMPAGNANO UN ANCORANTE?

    Ci sono diversi documenti tecnici che possono accompagnare un fissaggio, i principali sono:

    • Certificati (certificati ETA secondo norme ETAG/EAD, certificati secondo norme EN, oppure di altri paesi come ad es. le norme statunitensi ICC ES, …)
    • DoP (Dichiarazione di Prestazione, per i prodotti marcati CE)
    • Test report di laboratori terza parte (Polimi, Catas, Istituto Giordano, …)
    • Test report del produttore (laboratorio interno, prove in cantiere, …)
    • Schede tecniche
    • Schede di sicurezza (per i prodotti chimici)
  • C.2. COS’È LA CERTIFICAZIONE ETA?

    L’acronimo ETA significa European Technical Assessment ossia valutazione tecnica europea.

    Come riportato nella norma quadro di riferimento europea per i prodotti da costruzione, «Per permettere ad un fabbricante di un prodotto da costruzione di elaborare una dichiarazione di prestazione per un prodotto che non rientra o non rientra interamente nell'ambito di applicazione di una norma armonizzata, è necessario introdurre una valutazione tecnica europea» (par 20 CPR EU/ 305 2011 Construction Products Regulation).

    Il fabbricante di un prodotto da costruzione può ottenere l’ETA facendo richiesta all’EOTA (European Organization for Technical Assessment), l’istituzione europea a cui fanno capo tutti gli enti preposti

    • all’emissione delle norme secondo cui si valutano i prodotti (ETAG/EAD)
    • alla valutazione stessa dei prodotti, che consiste nella realizzazione delle PROVE DI LABORATORIO e dalla elaborazione dei loro risultati come richiesto dalle ETAG/EAD.
  • C.3. COSA CONTIENE UN CERTIFICATO ETA?

    La struttura degli ETA degli ancoranti è standard, e riporta le seguenti informazioni:

    • Nome prodotto, Norma Europea di qualifica di riferimento, produttore
    • Descrizione tecnica
    • Campo di utilizzo (norma di riferimento per la progettazione, procedura di installazione)
    • Vita nominale
    • Performance (sono riportati i valori caratteristici della resistenza ed i coefficienti da utilizzare con la norma di calcolo)
    • Sistema AVCP (indicazione del sistema di controllo in fabbrica per mantenere la costanza della prestazione)

    Ci sono due famiglie di norme che regolano i fissaggi certificati con ETA: norme di QUALIFICA e norme di PROGETTAZIONE.

    Le prime servono per pervenire all’ETA, mentre le seconde servono per utilizzare i dati contenuti nell’ETA quando si procede alla progettazione delle applicazioni specifiche in cui viene utilizzato il prodotto da costruzione.

  • C.4. COSA CONTIENE LA DOP – DECLARATION OF PERFORMANCE?

    Ogni prodotto marcato CE dev’essere accompagnato da una DoP, che è l’acronimo per Dichiarazione di Prestazione (Declaration of Performance).

    Questo documento:

    • Riporta tutti i dati relativi alla performance del prodotto (vengono estrapolati dal certificato ETA/EN)
    • Costituisce la presa di responsabilità del produttore sul mantenimento della performance dichiarata negli articoli prodotti.
  • C.5. COSA CONTIENE LA SCHEDA TECNICA DI PRODOTTO?

    Ogni prodotto FRIULSIDER è corredato dalla Scheda Tecnica.

    Per ogni ancorante la struttura delle SCHEDE TECNICHE FRIULSIDER segue sempre la stessa sequenza:

    • Disegno tecnico del prodotto con la quotazione di tutti gli elementi caratteristici e tabella riportante tutti i valori di tali misure
    • Tipologie di supporto per cui l’ancorante è idoneo
    • Istruzioni di installazione
    • Caratteristiche tecnico/meccaniche e materiali dei componenti
    • Carichi
    • Distanze caratteristiche e distanze minime (interasse e distanza dal bordo del supporto)
  • C.6. COME SI LEGGE UNA SCHEDA TECNICA?

    Per appurare l’idoneità di un ancorante ad una determinata applicazione devo verificare:

    • Se l’ancorante in esame è idoneo al supporto
    • Se la tipologia di protezione alla corrosione è idonea all’ambiente
    • Aspetti geometrici dell’ancorante (diametro, spessore fissabile, profondità del foro e spessore minimo del supporto, … )
    • Se i carichi richiesti sono soddisfatti (trazione N, taglio V)
    • Se la geometria dell’applicazione consente l’utilizzo dell’ancorante (interassi e distanze dai bordi)

    Come si interpretano i carichi nelle schede tecniche Friulsider?

    Num, Vum = carichi medi ultimi di rottura: media aritmetica dei valori riscontrati alla rottura.

    Nrk, Vrk = carichi caratteristici: per valore caratteristico si intende il frattile del 5% delle misure. In pratica significa che c’è una probabilità del 5% che la grandezza effettivamente riscontrata sia più bassa del valore caratteristico. Questa valutazione permette di tenere conto della dispersione statistica delle resistenze misurate.

    Il valore caratteristico si calcola con la seguente formula:

    F5% = Frk = F - ks · σ

    dove

    • F = media delle misure
    • σ = deviazione standard delle misure
    • ks = fattore dipendente dal numero n di misure

    Nrd, Vrd = carichi agli Stati Limite (o valori di progetto): sono i valori di resistenza derivati dai valori caratteristici dividendoli per il fattore parziale di sicurezza.

    N, V = carichi raccomandati (o ammissibili): sono i valori ricavati dividendo i valori di progetto per un fattore relativo alle azioni pari a 1,4 (per gli ancoranti certificati) oppure dividendo il valore medio ultimo di rottura per un opportuno coefficiente di sicurezza globale.

    Come si interpretano le distanze?

    Ccr, Scr = distanze caratteristiche: sono le distanze sotto le quali la resistenza va opportunamente ridotta.

    Cmin, Smin = distanze minime: sono le distanze sotto le quali l’ancorante non è utilizzabile.

  • C.7. QUALI SONO I LIVELLI DI CERTIFICAZIONE ESISTENTI PER UN ANCORANTE STRUTTURALE METALLICO O CHIMICO SU CALCESTRUZZO?

    Gli ancoranti su calcestruzzo vengono certificati secondo le seguenti norme: EAD 330232-01-0601 se ancoranti meccanici, EAD 330499-01-0601 se ancoranti chimici, più il Technical Report 049 per le azioni sismiche – standard che hanno sostituito la storica ETAG 001. I LIVELLI DI CERTIFICAZIONE sono i seguenti:

    • OPZIONI da 7 a 12 – cls non fessurato (l’op.7 è la più completa)
    • OPZIONI da 1 a 6 – cls fessurato (l’op.1 è la più completa, fessura max prevista 0,3 mm)
    • SISMICO C1 – rischio moderato (test con carichi dinamici e fessura max 0,5 mm)
    • SISMICO C2 – rischio elevato (test con carichi dinamici, fessura max 0,8 mm e cicli di fessura in movimento)

  • C.8. COME FUNZIONA L’EC2-4 PER IL CALCOLO DEGLI ANCORANTI METALLICI E CHIMICI SU CALCESTRUZZO?

    Il calcolo di un ancorante meccanico o chimico certificato su calcestruzzo secondo l’EC2-4 prevede la verifica di tutte le MODALITÀ DI CEDIMENTO possibili, per poi considerare quella con la resistenza finale minore, e nel caso di presenza sia di trazione che di taglio verranno combinate le due componenti corrispondenti alle modalità che governano la verifica:

    … + cedimento eventuale armatura aggiuntiva

  • C.9. IN CASO DI AZIONI SISMICHE CHE LIVELLO DI PRESTAZIONE È RICHIESTO AL MIO ANCORANTE?

    L'Eurocodice 2 parte 4 riporta la seguente tabella dov’è indicato il LIVELLO DI CERTIFICAZIONE richiesto in caso di azioni sismiche. Questo dipende dalla classe d’uso dell’edificio e dal livello di sismicità del luogo, dato dalla formula ag×S, e può andare dalla massima prestazione richiesta (sismico C2) a nessuna prestazione sismica richiesta (per cui sarà sufficiente un ancorante con certificazione su cls fessurato o non fessurato). Per la progettazione in Italia tuttavia vanno prese in considerazione le indicazioni delle NTC2018, che in caso di azione sismica richiedono la categoria C2 per fissaggi strutturali indipendentemente dalla classe d’uso dell’edificio.

  • C.10. ESISTONO PRODOTTI EQUIVALENTI TRA LORO?

    ATTENZIONE: non esistono prodotti perfettamente equivalenti!

    Esistono prodotti che corrispondono come caratteristiche generali (ad es. stesso livello di certificazione - come due ancoranti certificati entrambi per calcestruzzo fessurato, oppure stessa base chimica - come due resine entrambe di tipo vinilestere, ecc.) ma sussistono sempre delle differenze che fanno sì che in una determinata applicazione tra due ancoranti "equivalenti" uno può essere idoneo e l’altro no.

    Per cui all’individuazione dell’ancorante va sempre fatta una VERIFICA puntuale di idoneità specifica.

  • C.11. QUALI DOCUMENTI TECNICI TROVO SUL SITO FRIULSIDER?

    All’interno del sito FRIULSIDER è possibile consultare liberamente i seguenti documenti relativi al prodotto:

    • Schede tecniche
    • Schede di sicurezza
    • Certificati (ETA, EN)
    • Dichiarazioni di prestazione (DoP)
    • Video ancoranti TOP

    Registrandosi (username + password) si ha l'accesso anche anche a:

    Sono inoltre a disposizione:

  • C.12. ESISTONO SOFTWARE DI CALCOLO PER I FISSAGGI FRIULSIDER?

    Dal sito FRIULSIDER si possono scaricare gratuitamente i SOFTWARE di calcolo:

    FIXCALC SUITE (calcolo ancoranti e ferri di ripresa post-installati)

    • Progettazione sismica ancoranti
    • Affondamento degli ancoranti chimici personalizzabile
    • Geometria delle piastre personalizzabile
    • N. ancoranti personalizzabile
    • Report di calcolo personalizzabile
    • Grafica 3D
    • Ferri di ripresa post installati

    WOOD CALC
    Calcolo connessioni legno

    Li trovi qui:
    https://www.friulsider.com/user/progettisti.html#software

  • C.13. COME PROCEDERE IN CASO SIA NECESSARIA CONSULENZA SULLA SCELTA DI UN FISSAGGIO FRIULSIDER O PER L’EFFETTUAZIONE DI PROVE IN CANTIERE?

    FRIULSIDER offre un servizio completo di ASSISTENZA TECNICA:

    • Individuazione del fissaggio idoneo ad ogni tipo di applicazione
    • Supporto nel calcolo
    • Sopralluoghi in cantiere ed effettuazione di prove
    • Formazione tecnica per progettisti ed installatori
    • Supporto nell’analisi di documentazione tecnica e certificazioni

    CONTATTACI!

    email: tech.support@friulsider.com
    tel. +39 0432 747944

rimani aggiornato su tutte le novità friulsider!